Normalmente, durante il Ramadan, la vita della comunità musulmana è scandita dal digiuno collettivo, dalle preghiere di Tarawih nelle moschee e dalle affollate cene (Iftar) che possono allungarsi fino alle prime ore dell’alba. La condivisione di questa celebrazione unisce le anime di coloro che amano professare questa religione come nessun altro periodo dell’anno.

Tuttavia, a causa delle misure di contenimento imposte dalle autorità per limitare la diffusione del Covid 19, il Ramadan quest’anno assiste spiacevolmente alle chiusure delle moschee e al divieto di pregare in gruppo. Questa situazione comporta sicuramente un cambiamento degli usi e dei costumi nella celebrazione di questa pratica che interessa circa un miliardo e 800 mila fedeli.
L’epidemia, infatti, ha costretto le autorità religiose a rivedere tradizioni e riti alla luce delle misure di distanziamento e di gestione del contagio imposte dai governi. Anche a Roma, così come in tutta Italia, le moschee durante il mese sacro resteranno chiuse. Ma non per questo non si continuerà a dare sostegno a chi ne ha più bisogno con pacchi alimentari e aiuti economici. Al fine di contenere la diffusione del virus, molti paesi si stanno impegnando per cercare le dovute precauzioni durante questo periodo così importante e delicato. Infatti, dall’Iraq alla Giordania, dall’Egitto all’Arabia Saudita, le autorità sono corse ai ripari adottando varie misure per arginare il pericolo. Si va dal coprifuoco, all’emissione di fatwa per scongiurare la partecipazione alle preghiere collettive.
Inoltre, sono state chiuse le due moschee più sacre per l’islam, La Mecca e Medina. Stessa cosa per la moschea di Al-Aqsa, nella Città Vecchia di Gerusalemme, terzo sito più santo dell’Islam.
Nonostante la maggioranza abbia compreso e accolto queste misure, ci sono state delle eccezioni come nel caso dell’Indonesia dove alcune immagini, che provengono dalla provincia più religiosa e conservatrice, mostrano i fedeli radunati in preghiera come da tradizione. Anche in Pakistan, alcuni leader islamici si sono ribellati alla chiusura dei luoghi di preghiera, ma le autorità hanno proibito gli assembramenti.
Grazie all’era digitale in cui ci troviamo è possibile rendere più piacevole questo momento con le risorse digitali che disponiamo e celebrare una sorta di Ramadan 2.0. È una novità che si può considerare come un modo per accorciare le distanze e condividere in maniera diversa un evento così importante per coloro che amano professare questa religione.
Molto interessante!
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Grazie caro 🙂
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Leggere di questa città mi ha fatto rivivere alcuni dei momenti di quel suggestivo viaggio …….. unico e indimenticabile…….tra i più belli.
E non dimenticherò i litri di te’ alla menta😂…….Grazie
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Leggere di questa città mi ha fatto rivivere alcuni dei momenti di quel suggestivo viaggio….. unico e indimenticabile …… unico e indimenticabile…. tra i più belli.
E non dimenticherò i litri di te’ alla menta😂…..grazie
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